Le catacombe di Roma sono antiche aree cimiteriali sotterranee realizzate sia dalla comunità ebraica che da quella cristiana nel II secolo. Sono composte da una rete di gallerie scavate nella roccia in alcuni casi anche su più livelli. 

Nel sottosuolo di Roma esistono più di 50 catacombe in cui si snodano circa 150 km di gallerie, molte di queste sono oggi visitabili, con noi potresi scegliere quale scoprire:  San Callisto, San Sebastiano, Priscilla, Domitilla, SS Marcellino e Pietro o San Agnese 

  • San Callisto: 

La Catacomba di S. Callisto si estende tra la via Appia Antica e la via Ardeatina ed è, secondo le fonti, il più antico cimitero ufficiale della comunità cristiana di Roma. Il complesso prende nome dal diacono Callisto che, sotto papa Zefirino (199-217), fu preposto all’amministrazione del cimitero e che, divenuto papa (217-222), lo ingrandì notevolmente. Il complesso cimiteriale si sviluppa in alcuni punti anche su cinque piani e le sue gallerie hanno uno sviluppo di oltre 10 chilometri.

Al suo interno si può visitare la cripta dei papi, che accolse le sepolture dei pontefici che regnarono tra il 230 e il 283.

  • San Sebastiano:

Il luogo dove sorge la Catacomba di San Sebastiano era anticamente un profondo avvallamento, usato come cava di pozzolana e detto ad catacumbas (ovvero “presso le cavità”), una denominazione che per esteso è divenuta sinonimo di cimitero sotterraneo. Fin dal I secolo il sito è stato intensamente sfruttato ed edificato: le gallerie sotterranee furono riutilizzate per ricavarvi sepolture a loculo, in superficie, invece, furono costruiti diversi colombari e almeno due impianti residenziali (le cosiddette villa piccola e villa grande) dotate di notevoli decorazioni pittoriche parietali. Intorno alla metà del II secolo il fondo dell’avvallamento fu interrato per creare una piazzola, su un lato della quale vennero costruiti in successione tre mausolei (di Clodius Hermes, degli Innocentiores, dell’Ascia). Un ulteriore interro dell’area fu realizzato per dare spazio alla costruzione della triclia, un porticato delimitato da un muro sul quale sono state identificate numerose invocazioni graffite rivolte ai SS. Pietro e Paolo, che in questo luogo erano venerati insieme intorno al 250. Sul luogo, poi, l’imperatore Costantino (306-337) fece erigere una Basilica a forma di circo romano (detta “circiforme”).  Intanto, già nel III secolo, cominciava a svilupparsi nel sottosuolo la catacomba che ospitò le tombe dei martiri Sebastiano ed Eutichio. 

  • Priscilla:

Situata sulla via Salaria, la catacomba si sviluppa su due piani e prende probabilmente nome da una Priscilla della famiglia senatoriale degli Acili, il cui nome ricorre in una delle iscrizioni dell’ipogeo degli Acili al primo piano. I cristiani cominciarono ad usarne le ampie e irregolari gallerie che costituiscono il primo piano della catacomba verso l’inizio del III secolo, costruendovi una ventina di sepolcri a nicchione e scavando nelle pareti centinaia di loculi. In un’area adiacente si apre il criptoportico con la Cappella Greca: un grande ambiente sotterraneo in muratura, nato come nobile sepolcreto familiare poi messo in collegamento con la catacomba.

Numerosi papi furono anche sepolti a Priscilla: Marcellino (296-304), Marcello (308-309), Silvestro (314-335), Liberio (352-366), Siricio (384-399), Celestino (422-432) e Vigilio (537-555).

  • Domitilla: 

La catacomba di Domitilla, in via delle delle Sette Chiese, è tra i cimiteri più vasti della Roma sotterranea ed ha origine da alcuni sepolcreti costituiti in terreni appartenenti a Flavia Domitilla e da questa donati ai propri liberti. Flavia Domitilla era nipote di Flavio Clemente, console del 95 d.C., e imparentata con la famiglia imperiale. In quanto cristiana, Flavia Domitilla fu esiliata da Domiziano nell’isola di Ponza, dove morì. La catacomba si sviluppa su due livelli principali. Nel cosiddetto Ipogeo dei Flavi, Giovanni Battista de Rossi credette di identificare le tombe dei membri cristiani della famiglia di Flavia Domitilla, mentre si tratta di un ipogeo pagano riferibile tra la fine del II e gli inizi del III secolo, divenuto cristiano e ampliato nella seconda metà del III secolo. Verso la fine del III secolo, i corpi dei martiri Nereo e Achilleo furono deposti in una cripta del secondo piano che fu trasformata da papa Damaso (366-384) in una piccola basilica in muratura, ingrandita da papa Siricio tra il 390 e il 395 fino a raggiungere le dimensioni attuali.

  • Sant' Agnese: 

Sant' Agnese è una martire romana assai celebre e venerata: vi sono buoni elementi per crederla martire al tempo di Decio o di Valeriano, anche se alcuni la ritengono vittima della persecuzione di Diocleziano.

Morì a soli 12 anni: papa Damaso riferisce di un rogo in cui la santa si sarebbe gettata. Dopo il martirio, il corpo della piccola Agnese fu deposto in un ipogeo di proprietà della sua famiglia, sulla sinistra della via Nomentana, ove già esisteva una necropoli di superficie con tombe singole e mausolei. Oggetto di particolare attenzione fu la tomba di Agnese che al tempo di papa Liberio (352-366) fu ornata con lastre di marmo: una di queste lastre è probabilmente quella esposta attualmente nello scalone d’ingresso della Basilica onoriana e che rappresenta una giovanetta in atteggiamento di orante fra due pannelli con motivo geometrico.